Viagiordanobruno17


febbraio 9, 2009, 4:17 PM
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Barlumi di Medioevo

Manuela 9 febbraio 2009

Sono giorni di clamori sinistri, in cui la scaltra ferocia dei politicanti si avvale della feroce ottusità dei fanatici, per costruire un nuovo ordine.
Un ordine senza libertà: né quella organizzata in un ordinato disporsi di diritti e doveri di singoli che accettano le regole della collettività, né quella del libero dispiegarsi della coscienza di ciascuno, limitata solamente dal libero dispiegarsi della coscienza altrui: entrambe garantite dalla Costituzione.
Un ordine quindi senza Costituzione, e senza regole, se non quelle dettate dal capopopolo di turno, gridate dal predellino di un auto, inventate per una qualsiasi occasione, e poi buttate, regole come vestiti per una sola stagione, regole usa e getta, scritte su fazzolettini di carta da appallottolarsi quando non servono più.
Qui si doveva arrivare, a questo groviglio di interessi politici e confessionali, a partire da un rosario di leggi ad personam, da anni di ingerenza della chiesa negli affari italiani, da generazioni di politici prostrati a baciare pastorali anelli (da anni tutti i politici si professano laici senza esserlo, e nessun politico si dichiara ateo pur essendolo: nemmeno i più consumati comunisti, anch’essi furbescamente alla ricerca di dio).
Qui si doveva arrivare a questo clamore di fiera, alla tv che ci grida nelle orecchie della crociata benedetta di sansilvioilbuono contro il diavolo nascosto in un simulacro di donna e nell’uomo che la difende, i flagellanti che ostentano pane e acqua, emersi da un medioevo infinito. Dovevamo vedere lo spettacolo di pavidi parlamentari, avvolti in ragnatele di parole di distinguo e di cavilli, tremanti davanti alle gerarchie, incapaci di difendere il diritto all’autoderminazione di ciascuno, forse anche incapaci di capire cos’è; incapaci, di coseguenza, di difendere la democrazia. E di difendere la Costituzione. Che, alla fine, sarà resa inoffensiva, con la benedezione di un santopadre che teme più la libertà delle camere a gas, e con quella di parlamentari dalla coscienza simoniaca.
In mezzo a tutto questo clamore, la voce della ragione si fa strada a fatica. Bisogna cercarla, seguirne le tracce, riconoscerla, quando la si incontra, con grato stupore. Lontano dalla tv, la ragione striscia su Internet, illumina qualche articolo di giornale, traspare dai blog, si addensa su Facebook, si dissolve e si aggruma in singoli e gruppi, fa capolino su qualche piazza, diventa talvolta un boato e talvolta un sussurro. Non si può far altro che ascoltarla e seguirla, come un salvifico pifferaio magico.
Fra le tante forme che ha assunto in questi giorni, mi piace riportare qui questa, semplicissima e accorata, prelevata da Facebook: “oscurarsi, contro gli oscuranti”.

nero2



gennaio 17, 2009, 3:49 PM
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Regime: fatto!

Pareva uno scherzo...

Pareva uno scherzo...

Manuela 17 gennaio 2008

Per 5 anni, tanto quanto è durata la scorsa legislatura di Berlusconi, si è discusso se c’era o meno un regime in atto. E forse sarebbe stato meglio occupare il tempo per costruire un progetto solido e credibile per l’Italia del futuro.
Oggi di questa discussione non c’è traccia. Forse perché la domanda ormai ha avuto risposta: si, il regime è in atto.

Il caso Englaro è esemplare in questo senso.
Secondo me stiamo sottovalutando la gravità di questa vicenda. Non si tratta solo dell’ennesima negazione del diritto all’autodeterminazione; si stanno mettendo in discussione, a mio parere, le basi della democrazia. Una sentenza definitiva non viene applicata perché un’altra autorità (il ministro) minaccia ritorsioni, con un atto che in sé non ha alcun valore giuridico e quindi non è nemmeno impugnabile. Questo significa che da ora in poi ciascuno che ritenga di averne l’autorità, può decidere a sua discrezione se una sentenza va applicata o meno. Le conseguenze sono inimmaginabili.
D’altro canto la clinica – così come tutte le cliniche d’Italia – non ha giustificazioni né giuridiche né morali per il rifiuto. Erano in pochi, ma qualcuno c’è pur stato che rifiutò obbedienza al regime fascista: possibile che nessuna clinica in Italia abbia il coraggio di opporsi al diktat di un ministro di uno Stato che pretende ancora di definirsi democratico?
Dice Sergio sul sito della UAAR Dire che ci sono 300 posti di lavoro in pericolo è la stessa cosa che dire: ho famiglia (e quindi mi piego, mi prostro, faccio tutto quello che volete e vi dico anche grazie). “Tengo famiglia” è intraducibile in altre lingue, l’espressione è tipicamente italiana.”

Meno dramatico, ironico e leggero, forse grottesco, ma altrettanto agghiacciante a ben pensarci, è il caso degli autobus con la campagna a favore dell’ateismo, rifiutata dall’agenzia pubblicitaria. Poiché l’esistenza di Dio è questione di opinioni (in caso contrario resterebbe l’onere della dimostrazione), non accettare lo slogan : “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”, significa impedire la libera espressione di un’opinione.
Se ne deduce (sempre dal sito dell’UAAR, dove, per fortuna, ci sono molti spiritosi) che: “La buona notizia è che Dio non esiste, la cattiva è che in Italia non si può dire”.

Buon week end.

Luigi IX (il santo) assiste al rogo dei Catari

Luigi IX (il santo) assiste al rogo dei Catari



dicembre 13, 2008, 3:31 PM
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Laicità di governo maanche di opposizione

atei

Manuela 13 dicembre 2008

E’ un’esperienza che mi sconcerta sempre stare ad osservare, sia pure dall’esterno, la deriva integralista e vaticanocentrica del PD.
Una definizione di laicità molto incerta e traballante era presente già nel manifesto dei valori. Ma, nell’ansia di rendersi graditi alle gerarchie cattoliche e di non disturbare gli elementi più integralisti e reazionari ben insediati all’interno del partito, si sono inventati capolavori di bizantinismo (ricordate i DICO, giustamente travolti dalla caduta del governo Prodi, quando si doveva comunicare al/alla compagno/a per lettera raccomandata che si stava convivendo?)e, a mano a mano, in una discesa sempre più rapida, ci si è allontanati dai concetti fondamentali su cui dovrebbe reggersi un partito… non dico “di sinistra”, ma, almeno, di centrosinistra. Il valore della libertà di tutti e di ciascuno, il rispetto dell’etica individuale, il sentimento di umana comprensione, e, infine, il rispetto delle istituzioni.
Ne torno a parlare, dopo aver letto due trafiletti sulla tristissima vicenda di Eluana Englaro.
Non bastava al PD aver fatto prevalere, nel voto parlamentare sul conflitto di atrtibuzione, i bizantini equilibri interni rispetto alla logica e al buon senso.
Adesso si presenta con due posizioni opposte, una – in Lombardia, dove il PD è all’opposizione – che chiede di dar seguito alla sentenza della Corte; l’altra, – in Toscana, dove il PD è al governo – che dice il contrario. Che significhi questo il termine “partito federale”?
Quello che manca, nel profondo, è una posizione coerente e conseguente alla definizione di partito laico: definizione, a quel che vedo finora, usurpata.

altananticlericale1